| Il luogo prende nome da una nobile famiglia reggiana ivi trasferitasi nel XIII secolo ed estintasi nel XVIII secolo (1). L'abitato conserva tracce dell'originale paessaggio storico-architettonico. I corpi di fabbrica sono distribuiti scalarmente lungo il pendio. In posizione centrale rispetto al borgo è visibile una significativa costruzione a pianta rettangolare, delimitata ad ovest da un balchio sorretto da una colonnina in laterizio e riportabile ad una antica casa-forte capitozzata. La tesi è avvalorata dalla presenza di resti dell'originale paramento ad "opus quadratum", unitamente a strette finestre tamponate sulle facciate, nonché dalle sei feritoie che caratterizzano i fronti. Il fabbricato attribuibile al XV-XVI secolo è tradizionalmente indicato quale antica dimora della famiglia Pazzi. Nella estremità orientale dell'abitato è invece osservabile una slanciata casa a torre articolata su due piani di abitazione, sormontati da un'ampia colombaia delineata da un cordolo in laterizio; il tetto è a quattro acque con manto in laterizio. Nei prospetti della colombaia sono individuabili numerose mensole in cotto per la posa dei volatili. L'oratorio del borgo, dedicato alla Beata Vergine delle Grazie è un significativo esempio di architettura minore del XVIII secolo, con facciata angolata mossa da una monofora strombata. Era ricavato in un cantone della casa Ferrarini (2). Nel 1932 l'oratorio è stato restaurato dagli eredi Ferrarini (3). |