Nel 1722 alcune donazioni di beni da parte del principe Foresto d'Este, Conte di Scandiano, e le concessioni del Duca Rinaldo I al principe ereditario Francesco, sposo di Carlotta d'Orleans, consentono l'avvio di un ambizioso progetto per la realizzazione della Villa Ducale di Rivalta (1). Sul luogo si sviluppa una importante possessione con un palazzotto di probabile origine cinquecentesca, centro delle diverse tenute della zona ancora oggi riscontrabili e chiaramente illustrate nella cartografia rurale del XVII secolo. Pur senza assoluta certezza il progetto di questa "seconda Versailles" dovrebbe essere attribuito all'Arch. reggiano Giovanni Maria Ferraroni, (anche se recenti ipotesi lo considerano invece semplice esecutore di una ideazione altrui, forse francese) (2). Le opere iniziarono probabilmente nel 1723. Licenziato il Ferraroni nel 1730, i lavori furono continuati (salvo una interruzione dal 1733 al 1749) da Francesco e Giovan Battista Bolognini, con la collaborazione (per tutto il sesto decennio del secolo) di Ludovico Bolognini, figlio di Francesco (3). Il giardino è iniziato nel 1726, atterrando alberi e case con danni ai cittadini; i disegni dei comparti risalgono al 1728. Questo si sviluppa con un ampio recinto bastionato ai vertici esteso verso il t. Crostolo. Era ornato di c. 350 pezzi tra vasche, statue, urne, fiamme e busti. Alle sculture lavorò dapprima un certo Giuseppe Re (1732-34), in seguito lo stesso Giovan Battista Bolognini che fu l'autore delle quattro statue della Primavera, Estate, Autunno e Inverno (ora ai Giardini Pubblici) e forse anche dei tre fiumi, Crostolo (in Piazza del Duomo), Panaro e Secchia (al ponte di S. Pellegrino) (4). Al giardino si accedeva da dolci discese coperte di tappeti erbosi, tranne la grande scalinata di mezzo che era tutta in marmo e le ampie grotte praticate sotto il terrazzo sul prospetto di levante del Palazzo. Le fontane erano alimentate, con condotti sotterranei, dalla grande vasca (Vasca Corbelli) costruita circa I Km più a monte. Il Palazzo si impostava sulla primitiva costruzione di cui conserva forse anche il recinto. L'edificio doveva essere già terminato nelle sue parti principali intorno al 1732-33 e nel 1727 vi lavorava già un gruppo di pittori alle decorazioni: Antonio Consetti con la collaborazione di Bartolomeo M. Mercati e dei quadraturisti Giacinto e Claudio Venturi (5). Comprendeva un corpo principale, centrale, in senso nord-sud e due ali laterali, perpendicolari in senso est-ovest, con torrioni angolari, così da formare una vasta corte quadrangolare aperta a ponente; due logge passanti rompevano la quinta verso il giardino. I lavori di sistemazione del complesso continueranno oltre alla seconda metà del settecento. Splendide erano le feste che vi si tenevano, come ricordate dalle cronache, ricche di scenografie, illuminazioni, balli, cene; tra le più famose quelle del 1748 e del 1754. Tuttavia in breve tempo sopraggiunge un rapido decadimento della villa. Nel 1796 la \"Delizia Ducale\" fu venduta all'ebreo Bernardino Lolli che ne alienò ogni arredo e lasciò in abbandono la fabbrica. Questa fu in parte demolita dalla gente del luogo ed in parte abbattuta dal nuovo acquirente Sig. Luigi Corbelli nel 1807 dopo che l'aveva invano offerta alla Municipalità di Reggio (6). Attualmente ne rimane l'ala di mezzogiorno, un tempo destinata alla servitù e parte degli edifici a settentrione comprendenti i locali di servizio, le scuderie, la corte rurale e la chiesa poi, nell'abbandono, adibita a legnaia; questa è dedicata alla Visitazione della Beata Maria Vergine e sostituisce l'antico oratorio della tenuta ducale. Si evidenziano la facciata con lo stretto portico, la cupoletta e, nell'interno, alcune statue di santi.
Quanto resta del complesso è stato oggetto di un recente progetto del Comune che ha portato a un parziale restauro strutturale dell'ala conservata, a una serie di iniziative pubbliche volte a identificare un possibile percorso di restauro definitivo e di riutilizzo, e a un accordo con un soggetto privato interessato a recuperare a fini abitativi e congressuali la chiesa e gli immobili rustici intorno.
Aggiornato con la nota finale il 18 gennaio 2011, di ufficio